UN GIOCO: LA TROTTOLA Nonostante l'espulsione degli ebrei con l'Editto dell'Alhambra e tutto quello che avvenne in seguito con la scomparsa delle comunità ebraiche nelle regioni del Sud Italia, tracce della cultura ebraica sono sopravvissute in molte delle tradizioni meridionali, nei rituali, in piatti tipici, nella tessitura e persino nei giochi. L'attenzione a questo aspetto di memoria ebraica rientra in uno studio, quello demo-etno-antropologico [1], dove probabilmente si può collocare il gioco con le trottole cubiche a caratteri latini impressi. L'intreccio culturale dei vari popoli nei secoli e lo scambio interculturale nelle loro tradizioni, avvenuto per vari motivi, impedisce l'attribuzione di una specifica ad un popolo od a un altro, questo lo si può affermare anche per il gioco della trottola, praticato con molta frequenza ancora oggi, in occasione di alcune ricorrenze, sia in Calabria sia in Sicilia ma anche in altre regioni del Meridione; cosa assai diversa è da considerare con il gioco delle trottole cubiche, risultate nel loro studio un unicum nei territori dove sono state rivalorizzate dopo la loro scoperta e valorizzazione, dopo un periodo in cui risultava quasi fossero considerate giochi d'altri tempi. Infatti, le trottole cubiche ritrovate in culture agropastorali di regioni italiane sono molto molto simili nella loro forma e decorazione alle trottole usate nella cultura ebraica, in occasione della Festa di Chanukkah, che si celebra nel mese di Kislev del calendario lunare, corrispondente alle festività di Dicembre per altre culture. La trottola ebraica o meglio Sevivòn conserva paticolarità identitarie e storiche da tramandare di generazioni in generazioni e nella cultura ebraica questo avviene anche attraverso un giocattolo e un gioco e la pratica dello stesso. Secondo la tradizione, che si celebra nel corso della Festa di Chanukkah, in epoca antica durante la dominazione degli Ellenici era proibito lo studio della Torah. I fanciulli, ma anche gli adulti nella tradizione ebraica, con la trottola elusero questo divieto. La trottola ebraica ha una forma cubica con impresse quattro lettere dell'alfabeto ebraico sui suoi lati. In Israele le lettere sono Nun, Gimmel, Hei e Pei un acronimo per Nes gadòl hayà pò, "un grande miracolo è accaduto qui"; nella Diaspora le lettere sono Nun, Gimmel, Hei e Shin, ovvero: Nes gadòl hayà sham, "un grande miracolo è accaduto lì". Oggigiorno è un modo simpatico di giocare in famiglia durante la festa di Chanukkah. Questo gioco aiutò a mantenere salda la tradizione, soprattutto quella importante dello studio della Torah attraverso i secoli. Probabilmente lo stesso gioco, fu usato in tutti i luoghi dagli ebrei in Diaspora. Dove la presenza giudaica è stata più forte e maggiormente radicata, questo gioco ebraico entrò a far parte della cultura locale, gli stessi bambini si costruivano questo gioco. Bastavano, un pezzo di legno da intagliare a forma cubica e un chiodo lungo, quindi il gioco era fatto! Per giocare si mettevano nel piatto dei premi: noci, mandorle, nocciole, castagne, fichi secchi, mandarini ecc., facile da reperire ma anche buoni premi da gustare e condividere alla fine. In Sardegna il gioco che ricorda il Sevivòn si chiama "Su Barralliccu". Molti che si sono occupati della valorizzazione di giochi antichi in Sardegna hanno avvalorato la tesi che il gioco "Su Barralliccu" ricorda del "Sevivòn" e osservando l'immagine della trottola sarda una comparazione porta proprio a questa deduzione. Come in Sardegna anche in Calabria nella tradizione Agropastorale è stato rivalorizzato un giocattolo, la conosciuta "Rummula o Rumbula", di forma conica filettata, con punta in metallo detta freccia di retaggio greco o romano, ma è stata ritrovata un'altra tipologia di trottola, di forma cubica molto simile a quella sarda e al Sevivòn. La differente "Trottola di Palmi o Accipitotu", oggi si conserva all'interno del Museo Civico del Comune di Palmi (RC), Museo Calabrese di Enografia e del Folklore R. Corso [3], ubicato presso la Casa della Cultura "Leonida Rèpaci"[2]. Sia il Sevivòn sia il Su Barralliccu e la "Trottola di Palmi" se comparate risultano con evidenti similitudini nella forma, come nelle regole del gioco ed utilizzate usualmente per giocare in festività che ricadono nel mese di Dicembre. Nel Sevivòn le quattro facce riportano le iniziali delle consonanti ebraiche di "Nun" (נ), che indica che non si prende niente, (ה) "Hei" (prendi la metà), (ג) "Gimmel" (prendi tutto) e (ש) "Shin" (metti una quota nel piatto). Nel "Su Barralliccu" e nella "Trottola cubica di Palmi o Accipitotu", nelle quattro facce del cubo sono incise e/o dipinte una lettera dell'alfabeto latino, entrato in uso nella lingua locale, ma con lo stesso significato : Scheda di catalogazione inventariale di Bene Demo – Etno – antropologico, nello specifico ACCPITOTU, “Trottola di Palmi” , oggi conservata presso il Per una migliore lettura della scheda descrittiva dell'ACCIPITOTU NOTE: [1] Lo studio demo-etno-antropologico si occupa anche di quegli oggetti un tempo appartenenti alla cultura popolare, che documentano una parte importante del patrimonio collettivo da salvaguardare e tramandare, trasmettono lontani messaggi di una vita scandita da ritmi e consuetudini, oggi spesso in disuso e dimenticati, dettati dalle stagioni e dal susseguirsi delle giornate. Oggetti che sembrano familiari o viceversa sconosciuti, racchiudono un sapere che spazia dall'attenzione verso ciò che offre il territorio alla conoscenza dei materiali, dalla laboriosità alla capacità costruttiva, dall'elementarità alla ricerca di coniugare cultura, funzione ed estetica. [2] La collezione del Museo Calabrese di Etnografia e del Folklore R.Corso di Palmi (RC), è stata catalogata dalla Soprintendenza con il Sistema Sigec/Web in un progetto di Catalogazione con l'ICCD - Catalogo Generale dei Beni Culturale del MiBACT. [4] Scheda di catalogazione anno 2020, autrice Vincenza Triolo. La scheda è stata realizzata dopo la ricerca studio e raccolta dati, di cui alcuni forniti dal Dott. Pugliese di Palmi (RC), Calabria - Italia, La scheda è stata appositamente creata in occasione dello studio che ho eseguito nel 2020; una rielaborazione della stessa è a pp. 73 - 74 nel volume Brenner Editore dal titolo: "Il simbolismo ebraico nella Cattolica di Stilo". La schedatura è stata realizzata secondo le competenze acquisite nel percorso formativo per l’utilizzo del SiGEC/Web e durante gli incarichi in qualità di catalogatrice di Beni Culturali per il Catalogo Generale dei ICCD per il MiBACT - Ministero dei Beni Culturali e per il Turismo oggi MiC - Ministero della Cultura. FONTI BIBLIOGRAFICHE: Pugliese R., Triolo V., Il simbolismo ebraico nella Cattolica di Stilo, Brenner Editore, Cosenza, 18 settembre 2020, pp. 69-75 _______________ Esperta in Storia e Conservazione di B. C. Studiosa e ricercatrice Conservatore dei Beni Arch. ed Ambientali Tecnico del Rest. ed Architetto Copyright _ ©: Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo blog, che siano immagini o testi di articoli, studio, ricerca e pubblicazioni, può essere riprodotta, utilizzata o trasmessa in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo tecnologico senza previa autorizzazione secondo le normative vigenti e quindi dagli autori. 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